Progetti concettuali
“Sotto l’osservazione delle cose mute”
In una radura deserta, fra erba alta e tronchi caduti, frammenti di visione umana si disperdono nel paesaggio. Occhi stampati su carta osservano, o forse sorvegliano, un corpo ligneo consumato dal tempo. L’immagine è costruita come un’installazione effimera, dove il dialogo tra natura e artificio diventa riflessione sull’atto stesso del vedere.
I segni umani – gli occhi, la carta, la composizione – interrompono il continuum del paesaggio naturale, generando una tensione tra presenza e assenza, tra soggetto e spettatore. Chi guarda chi? La fotografia si fa teatro muto, dove lo sguardo è ovunque ma il volto è scomparso. In questa apparente contraddizione, la natura diventa scena e reliquia, mentre l’uomo, nella sua paradossale onnipresenza, resta invisibile.
L’opera si inserisce in una riflessione più ampia sul controllo, sulla memoria dei luoghi e sulla sopravvivenza della materia. Il tronco, emblema di una vita passata, si carica di significato totemico; i rami divelti sembrano alludere a un tempo remoto, mentre gli occhi moltiplicati suggeriscono la frammentazione del punto di vista contemporaneo.
Una visione inquieta e lirica, che invita a interrogarsi sul ruolo dello spettatore e sul rapporto tra realtà e rappresentazione.